Dicembre è un mese particolare: le città si trasformano, i ritmi cambiano, amici e famiglie si riuniscono più spesso, i mercatini stagionali aumentano così come i flussi turistici… Tutto questo crea un ecosistema di consumi diverso da qualsiasi altro periodo dell’anno.
E anche la plastica, un materiale tanto discusso ma essenziale in moltissimi ambiti, segue dinamiche del tutto singolari.
Analizzare ciò che accade tra Natale e Capodanno significa leggere il comportamento reale dei cittadini, dei negozi, di imprese e attività commerciali, oltre che delle infrastrutture urbane.
E mostra come la plastica e il suo riciclo, quando gestiti correttamente, possano essere parte attiva della circolarità.
Un mese che non somiglia a nessun altro
Dicembre è il mese con la maggiore variabilità dei consumi, in Italia e in Europa. L’aumento non riguarda solo i volumi, ma soprattutto le tipologie di prodotti utilizzati:
- imballaggi per alimenti in PET e PP
- decorazioni, gadget e oggetti stagionali
- articoli per la tavola, feste e ricevimenti
- monouso per eventi temporanei
- shopping bag riutilizzabili distribuite dai negozi
Questa crescita non è uniforme. Le città si comportano infatti in modo diverso a seconda del tessuto economico, dei flussi turistici e delle abitudini culturali.
Qualche dato rilevante
Non tutte le città vivono il mese di dicembre allo stesso modo. Le differenze non dipendono tanto dall’area geografica, quanto dal tessuto urbano, dalle abitudini di consumo e dalla presenza di attività commerciali, eventi temporanei o flussi turistici intensi.
Durante le festività, i consumi di imballaggi possono crescere fino al +10 %, secondo dati CONAI. In particolare, si registra un aumento degli imballaggi in plastica e vetro (stimato tra + 6 % e + 10%) per effetto dei consumi natalizi (fonte: Food&Tech). Mentre le zone più caratterizzate da turismo, acquisti “on the go” e mercati temporanei mostrano una maggiore incidenza di packaging leggeri e monouso.
Sono dinamiche diverse, tutte legate allo stile di vita locale e alla pressione dei servizi urbani nel periodo delle feste. Ed evidenziano che il riciclo funziona davvero quando i materiali vengono conferiti correttamente, indipendentemente dalla città in cui ci troviamo.
L’effetto mercatini di Natale
I mercatini in molte città europee sono un simbolo inconfondibile di questo periodo, ma rappresentano anche un caso di studio interessante:
- aumentano le vendite di oggetti artigianali e decorazioni
- cresce l’utilizzo di packaging leggeri e protettivi
- si intensifica il consumo di bevande e cibo da asporto
Qui la plastica svolge una funzione di protezione, sicurezza e igiene. E quando viene conferita correttamente, diventa un materiale ad altissimo tasso di riciclabilità.
Il problema, anche in questo caso, non è il consumo, ma la dispersione: se fuori posto, anche un singolo oggetto si trasforma in un rifiuto incontrollato, mentre negli impianti diventa una risorsa.
Turismo e rifiuti: la gestione dell’imprevisto
Nelle città molto visitate, le festività rappresentano il periodo dell’anno in cui la gestione dei rifiuti è più complessa. Il motivo è semplice: spesso i turisti non conoscono le regole locali di raccolta differenziata.
Questo genera tre effetti:
- aumento delle frazioni estranee nei contenitori
- calo della qualità del materiale raccolto
- maggiore complessità nei sistemi di selezione
Per gli impianti di riciclo meccanico, la qualità del conferimento è decisiva: piccole contaminazioni possono compromettere grandi volumi di materiale.
Non tutta la plastica cresce allo stesso modo
Ci sono tipi di plastica che aumentano molto nel periodo natalizio e altri che, sorprendentemente, diminuiscono.
Aumentano:
- PET per le bevande dei pranzi e delle cene
- PP e PE per i cibi pronti e gastronomia
- film e pellicole protettive per regali e trasporti
- imballaggi secondari (soprattutto nel commercio al dettaglio)
Diminuiscono:
- materiali legati alla vita lavorativa (take-away in pausa pranzo)
- alcuni prodotti monouso sostituiti da soluzioni riutilizzabili per eventi domestici
Questi sbalzi stagionali influenzano anche il lavoro degli impianti, che devono modulare i flussi per garantire qualità e continuità.
La vera sorpresa: le città più attente migliorano proprio a dicembre
Dati raccolti da consorzi e amministrazioni mostrano un fenomeno interessante: nelle città con un forte impegno informativo, dicembre è un mese in cui aumentano i conferimenti corretti, nonostante i volumi più alti.
Nel periodo festivo, infatti, molte amministrazioni e consorzi potenziano la comunicazione dedicata alla raccolta differenziata, con campagne mirate che spiegano come gestire gli imballaggi in aumento. Secondo ANCI e CONAI, queste iniziative locali possono migliorare la qualità del conferimento quando la comunicazione è chiara, capillare e facilmente applicabile nella vita quotidiana.
Il contesto delle feste favorisce questo processo: le persone trascorrono più tempo in casa, si informano di più attraverso canali locali e vivono la raccolta come un gesto condiviso, legato alla cura dello spazio domestico e della comunità. Non è una regola fissa, ma una tendenza osservata in diversi territori che dimostra come informazione e comportamento possano convergere, soprattutto quando i volumi di imballaggi aumentano.
La sfida del 2026: riconoscere meglio i materiali
In molte città, l’aumento degli imballaggi porta con sé un altro tema: riconoscere i materiali al di là del colore del contenitore.
La plastica riciclabile non è “tutta uguale”: cambia per polimero, uso, contaminazione.
Comprendere queste differenze permette di trasformare un picco di consumo in un picco di recupero, anziché in un accumulo di rifiuti.
Cosa ci insegna davvero il Natale sulla plastica
Natale non significa solo aumento dei consumi, è una preziosa lente d’ingrandimento sulle nostre abitudini. Ci mostra ogni anno quanto il tema dei materiali sia intrecciato con i nostri gesti quotidiani: cucinare, spostarsi, condividere, regalare, ospitare.
Questo periodo amplifica tutto, anche le responsabilità. Ma amplifica anche il potenziale di miglioramento, mettendo in evidenza come la qualità dei comportamenti collettivi – di cittadini, negozi, turisti, imprese – possa fare la differenza nei momenti più intensi dell’anno.
È un ecosistema straordinario che funziona solo quando ognuno fa la propria parte.
E mentre ci avviciniamo al nuovo anno, c’è un augurio che vale più di tutti: continuare a trasformare ciò che consumiamo in qualcosa che può rinascere, passando da un’idea di rifiuto a un’idea di risorsa.
Affinché la circolarità possa essere una scelta che ci accompagni per tutto il 2026.
