SOS plastica nei mari e corsi d’acqua: alcuni progetti di raccolta

I rifiuti in plastica che inquinano mari e fiumi sono oggi un’emergenza a livello globale, che necessita azione e impegno da parte di tutti. Ecco perché in questo articolo non vogliamo spendere ulteriori parole su quanto sia grave ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi, ma raccontarvi alcuni fra i progetti più significativi che hanno come obiettivo raccogliere i rifiuti in plastica che inquinano i mari e i fiumi di tutto il mondo. Un messaggio che dimostra come, anche se la strada è lunga, i risultati concreti siano possibili, un passo alla volta e con l’idea giusta.

  • Ocean Cleanup
    Un vero “spazzolino” che raccoglie i rifiuti in mare, progetto di un giovane studente olandese, che ha come obiettivo quello di ripulire gli oceani dai rifiuti di plastica. L’innovativo braccio meccanico, che funziona come una rete da pesca, è stato installato nella Baia di San Francisco e mira a ripulire ben 1,6 milioni di chilometri quadrati di oceano dal 50% di materie plastiche nei prossimi cinque anni. Il sistema prevede un galleggiante di 600 metri con una “gonna” al di sotto profonda 3 metri in grado di “catturare” la plastica, che verrà poi trasportata sulla terraferma per essere riciclata e trasformata in prodotti durevoli.

  • Seabin
    Si tratta di un robot “spazzino” che pulisce il mare dai detriti, in grado di filtrare l’acqua e trattenere le materie plastiche. Il primo esemplare è stato installato a settembre in provincia di Savona, a Marina di Varazze, grazie all’iniziativa Lifegate Plastic Less organizzata in collaborazione con Volvo per ridurre i detriti in plastica nei mari italiani. La plastica raccolta verrà poi riciclata per la produzione di altri articoli. Oggi siamo felici di annunciare che Seabin verrà presto installato in ben 14 comuni della costa Italiana!
  • Plastic Whale
    Ad Amsterdam, grazie al progetto Plastic Whale, i turisti hanno l’opportunità di visitare la città in barca pulendo allo stesso tempo dai rifiuti i suoi corsi d’acqua. Fino a oggi hanno già partecipato 15.000 persone e, oltre ai turisti, queste “crociere” di raccolta di rifiuti in plastica hanno coinvolto anche scuole e aziende locali. Nel corso dell’anno sono stati pescati quasi 3.000 sacchi di rifiuti dai canali e si è sulla buona strada per riciclare più di 30.000 bottiglie di plastica, destinate a diventare imbarcazioni e oggetti di arredamento.
  • Reti di drenaggio
    In Australia esistono delle reti di drenaggio in grado di contenere lo scarico di rifiuti nei fiumi. L’amministrazione della città di Kwinana, nell’Australia Occidentale, a marzo ha realizzato due installazioni presso la Henley Reserve con l’obiettivo di ridurre lo scarico di rifiuti dai sistemi di drenaggio all’interno della città. Sono stati raccolti ben 370 kg di detriti, in particolare involucri di cibo, bottiglie di bevande, sabbia e foglie di alberi. I rifiuti sono stati poi trasportati in un centro di smistamento e separati tra riciclabili e non riciclabili. Sono già previste altre tre installazioni entro il 2020 nella stessa Henley Reserve.
  • Seads
    Una startup fondata da due giovani ingegneri italiani che punta a pulire i dieci corsi d’acqua più inquinati del mondo. Seads (Sea Defence Solutions) è una sorta di tenda realizzata in plastica riciclata che viene immersa nell’acqua per circa un metro bloccando i rifiuti. L’aspetto importante di questo progetto è l’integrazione con le popolazioni delle località coinvolte: “Quando la plastica è giunta a riva i membri delle comunità locali raccoglieranno i rifiuti e li venderanno, come già accade, traendone profitto”, spiegano i fondatori. Il sistema verrà testato anche in Italia in un affluente del fiume Reno.
  • La diga sul Po
    Sul Po nel 2018 è stata installata una diga sperimentale per raccogliere i rifiuti in plastica impedendo che arrivino a inquinare il Mar Adriatico e il Mediterraneo. In appena 24 ore questa efficace barriera ha permesso di raccogliere decine di chili di bottiglie, tappi, flaconi di detersivo, imballaggi e confezioni di alimenti. Nel progetto, chiamato “Po d’Amare”, sono coinvolti oltre a Castalia, flotta ambientale che opera per la salvaguardia del mare, il consorzio Corepla, la Fondazione Sviluppo Sostenibile e l’Autorità distrettuale di bacino del Po.
  • River Cleaning
    È la soluzione innovativa che un gruppo di ragazzi di Bassano del Grappa (VI) ha ideato per raccogliere materiali inquinanti nei corsi d’acqua. River Cleaning è a bassissimo impatto ambientale, leggero, autoalimentato, modulare e in grado di adattarsi a qualsiasi corso d’acqua senza dover richiedere un’enorme quantità di denaro. Il sistema, mediante il movimento rotatorio di speciali dispositivi galleggianti ancorati al letto del fiume e la loro particolare disposizione trasversale, è in grado di trasportare tutti i rifiuti galleggianti in transito in un unico punto di raccolta. Un bel progetto che ha già suscitato l’interesse di aziende a livello internazionale.

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